Forza della fede

Prendi a volo il primo raggio di sole che ti passa accanto e scoprirai che ogni tramonto

è sempre l’alba di un nuovo giorno.

 

2) Udienza papale del mercoledì

Richiesta di presenziare all’Udienza papale del mercoledì

Dalla lettera a S.E. Pietro Maria Fragnelli Vescovo di Castellaneta

“…Questo mio desiderio, questa profonda speranza che ha origine e nutrimento in un più grande sentimento di fede, è il frutto cosciente di una serie di eventi che da alcuni anni hanno profondamente scosso e maturato un’esistenza che ancora oggi continua a lottare, resistere e pregare per sconfiggere un male serenamente accettato. Un male tanto più sofferto quanto più accolto con fede e speranza, come un dono, una testimonianza, una prova affrontata e combattuta su per un umile cammino di crescita e riflessione.

 

3) Cosa è la fede?

Dalla minuta di un tema scolastico di Pierangelo: Stralci di pensieri

“Cos’è la religione? Cosa è la fede? Chi, Dio?

E’ un bisogno, una necessità, la verità che traspare dal volto di ognuno.

…Viviamo oggi in una società frenetica che appare priva di valori, pregi, etica o coscienza. Chi, in questa civiltà, oggi ha fede? Qual è il volto della fede oggi?

…Assistiamo a sconcertanti avvenimenti che mettono in dubbio certezze e verità. Si pensi al Crocifisso, in Italia e specialmente in Italia, roccaforte della cristianità, gettato dalla finestra da un islamico. La religione sta affrontando una crisi nel mondo occidentale.

…Tutti abbiamo assistito al miracolo di Karol. Sì, di Karol, perché ormai è un amico, uno di noi che è entrato nelle case e nella vita per non uscirne più.

“Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo“

…E’ stato definito il più grande evento mediatico della storia che ha unito tutti i fedeli con gli atei e la fede di una religione con quella di un’altra. Ma non è forse inquietante questo? Cosa provava la gente in piazza San Pietro, assistendo al toccante e trascendente martirio di Giovanni Paolo 2^?

I fedeli adoravano un uomo o ciò che traspariva da quell’uomo, ciò che egli rappresentava? Forse la gente si avvicina a Dio attraverso lui, forse ha convertito anche degli atei, però, suppongo che principalmente sia stato “adorato” l’uomo, Karol, Giovanni Paolo II e non la fede, il cristianesimo.

Tutti quei giovani sanno quali siano i valori religiosi, l’etica cristiana e, soprattutto si comportano da tali o sono stati solo affascinati e ammaliati dall’uomo?

…“Martire” deriva dal greco e significa “testimone” .Ecco, il vecchio Papa è stato il testimone della potenza di Dio, della fede in Dio, dell’amore e anche della forza che esso può dare infondendola ad un uomo. “Dammi quello che comandi, comandami ciò che vuoi”, diceva Sant’Agostino e ciò è avvenuto per Karol.

4) Pier con noi al campo scuola

Silvia

“…Proprio una decina di giorni fa mi è stato proposto dal parroco della mia parrocchia di partecipare a un campo scuola che si terrà la prossima settimana ad Assisi…io per la prima volta sarò educatrice insieme con i miei coetanei. Il personaggio che ci accompagnerà in questi giorni sarà proprio San Francesco con la sua storia. Ed una mattina mentre cercavo delle attività per il campo- scuola, mi è capitata tra le mani la preghiera del ritratto di San Francesco che ricevetti il giorno del trigesimo di Pier. Senza volerlo mi resi conto di aver trovato quello che cercavo! La mia sensazione fu confermata quella stessa sera dagli altri educatori. Sono contenta. Pier sarà un pezzo del nostro campo… uno dei momenti di preghiera che concluderanno le nostre giornate sarà dedicato a lui; avremo modo di leggere la preghiera e mia intenzione sarà, con parole semplici, di parlare di Pier ai ragazzi. So che non sarà facile ma voglio provarci…dopotutto sono sicura che lui mi aiuterà dandomi la forza giusta.

Pier: un ragazzo riservato…semplice e discreto…sempre!!!

Nota: Il ritratto di San Francesco è stato estrapolato da “Vita di San Francesco” di Tommaso da Celano . Il libro è stato trovato dai genitori sul comodino di Pier, aperto proprio sulla pagina che descriveva il santo e parte di quella descrizione è stata scelta dai genitori, per essere inserita nel ricordino . Chi ha conosciuto Pierangelo, riconosce in lui molte delle caratteristiche di San Francesco descritto da Tommaso da Celano.

 

5 La tua fede, a modo mio…

Gaia

“ …Noi siamo stati gli spettatori ammirati del tuo continuo lottare, del tuo attaccamento alla vita, della tua sete inesauribile di conoscere. Non dimenticherò mai la sfumatura particolare della tua voce nei momenti in cui affrontavamo questioni di fede religiosa, tutte le volte in cui ci scontravamo sul piano ideologico e tu tentavi di trasmettermi la tua profonda e incrollabile fiducia nell’esistenza di un “qualcosa“… Qualcosa di impercettibile, indefinibile, infinitamente grande e lontano, infinitamente superiore, come solevi ripetermi. Ed io non posso che ammirarti per la tua costanza e la coerenza delle tue idee, per la incontrovertibile fermezza delle tue convinzioni, alle quali sei stato capace di tener fede anche nei momenti in cui l’oscurità sembrava ormai in grado di assorbire ogni cosa.

La tua fede voglio interpretarla a modo mio, voglio poterla assorbire attraverso il filtro del mio pensiero, acquisendola sotto forma di coraggio e di forza interiore; sei sempre stato un fiume inesauribile di idee, hai sempre cercato di migliorarti, nonostante nessuno di noi riuscisse ad immaginare in cosa, una persona come te, avrebbe potuto migliorarsi…

Noi…E noi?

Non possiamo , naturalmente, prevedere quale piega potrà prendere la nostra esistenza, non possiamo immaginare di fronte a quali prove verremo posti; ma nel contempo, sono certa che nel più profondo di noi stessi, per sempre, serberemo il ricordo di una forza sconosciuta, superiore, che poche volte nella vita ci si trova a poter contemplare, e sarà nei momenti di difficoltà che attingeremo a tale forza per riuscire ad andare avanti. E a cosa mai dovrebbe servire l’incontro con persone eccezionali, se non al tentare di trarre un insegnamento da ciò a cui abbiamo assistito, dolenti e impotenti?

“L’uomo a cui è dato soffrire più degli altri, è degno di soffrire più degli altri”, scriveva Gabriele D’Annunzio.

E’ senza dubbio un’affermazione terribile, straziante, ma nello stesso tempo incredibilmente esatta: un’affermazione che riassume perfettamente la vera essenza di ciò che sei stato e di ciò che, per sempre, rimarrai.

In ognuno di noi .

“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?

Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?

Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati”

(Romani 8,35.37)

 

6 In noi, la tua impronta

Federica Ambrosini

 

“…Noi imparammo a carpire qualcosa in più di Pierangelo dai temi che la nostra professoressa ci leggeva in classe. Al di là della nostra ammirazione derivante dal poter constatare la sua grande costanza e passione per lo svolgimento dei compiti quotidiani, era letteralmente impossibile non stupirsi e apprezzare il genio di quel ragazzo che, sebbene così giovane e autodidatta, era a un livello eccellente, rarissimo per un liceale comune. Ascoltavamo tutti con grande stima e meraviglia quei suoi temi, lessicalmente lineari, ma originali e armoniosi nello stile, profondi nei contenuti ed elevati nell’esposizione del suo proprio pensiero.

Ci lasciava senza parole ogni volta in cui, dopo tanti giorni di assenza, tornava a scuola fremendo dalla voglia di farsi interrogare; e come non perdersi in quel fiume in piena di cultura, saggezza e passione? Era palese quanto desiderasse poter assaporare fino in fondo momenti della vita di una classe liceale.

Ma lui, del resto, non faceva mai (o quasi mai) trasparire nulla della sua salute, dei suoi pensieri, della sua situazione. Mai segni di cedimento, né di demoralizzazione. Ha sempre affrontato la sua vita in maniera splendidamente forte, dignitosa e fiera.

In questi giorni, specialmente durante le ultime risate a scuola, o ad un diciottesimo di una nostra compagna di classe, ho pensato più di una volta “Come sarebbe bello se fosse qui con noi, adesso” Ma poi, come forse lui stesso desidera che facciamo, serenamente e cristianamente ho sorriso, riflettendo sul fatto che, da lassù, lui ci sorride e ci assiste in ogni momento.

“Eccezionale“. Credo che questo potrebbe essere uno degli aggettivi con cui descrivere Pierangelo. Perché, in effetti, al di là della sua straordinaria sapienza, con quei pochi e semplici gesti che ci ha potuto regalare, ha saputo tracciare nelle nostre menti una forte impronta. Ora è nostro compito diffondere la sua essenza e il suo messaggio e di insegnare, a noi stessi e agli altri, quale sia la strada per ricongiungerci alla nostra pace interiore e a Dio.

INNO ALLA VITA

La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.

 

7) Se Dio vorrà…

 Cristina

…A volte mi chiedo cosa sentisse lui nell’ascoltare i miei problemi piccoli piccoli, con quell’educazione che lo contraddistingueva, con quel rispetto e quella moderazione solo sua.

<<Passerà Cri…Se Dio vuole passerà. Chiusa una porta….no? >> e sorrideva <<Fatti forza passerà. Se Dio vorrà…>>. Lo diceva sempre e sempre mi lasciava così strana, di fronte a tutta quella calma e pace che sembrava mostrare.

Unico. Pier era unico. Speciale. Una persona meravigliosa, mai stanco della vita, mai stanco di sorridere e di assaporare ogni momento della sua adolescenza così…difficile.

Forse una sua dote, fra le più grandi, era quella di saper lasciare un po’ di sé e delle sue parole in chiunque incontrasse. Sentirlo parlare era un piacere per tutti. Capirlo, qualche volta,capirlo veramente, un grande piacere per me. Scrutava a fondo. Guardava oltre.

Grazie Pier. Per tutto quello che mi hai insegnato e non ho capito, per quello che mi hai insegnato e ho capito, per tutto quello che imparerò ancora da te e che sto già imparando, per il tuo affetto, per avermi mostrato il paradigma dell’essere un vero Uomo, per ogni bel momento passato insieme e per tutti quelli che passerò ancora, quando col sorriso penserò a te. Un ragazzo, un uomo, un bambino, un amico. Un essere Puro. Ti voglio bene Pierangelo. Sarai sempre con me.

Alla vita

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

dal di fuori o nell’al di là.

Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate

o dentro un laboratorio

col camice bianco e grandi occhiali,

tu muoia affinché vivano gli uomini

gli uomini di cui non conoscerai la faccia,

e morrai sapendo

che nulla è più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio

ma sul serio a tal punto

che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi

non perché restano ai tuoi figli

ma perché non crederai alla morte

pur temendola,

e la vita peserà di più sulla bilancia.

(Nazim Hikmet)

 

8) In me, la tua forza

Francesca

Finchè un giorno la professoressa ci disse che il tuo male si era fatto risentire, la bestia nera era ritornata e non ci potevamo proprio credere, non poteva essere tutto così ingiusto nei tuoi confronti. Molti piansero quel giorno in classe.

…la professoressa ci esortava ad avere fede, a pregare ma sembrava tutto così lontano, irraggiungibile e assolutamente incredibile. Però la mia vita è cambiata in quello stesso istante, quella notizia era entrata in me fino a diventare parte integrante della mia anima. Mi sono resa conto di quante volte mi ero bloccata dinanzi a difficoltà che non esistevano, ostacoli solo immaginati che mi avevano troppo a lungo frenata, paure che mi erano sembrate enormi e che invece non erano niente.

Niente sarebbe stato mai difficile quanto ciò che tu ti eri trovato a subire, perché mai io avrei dovuto sprecare la mia vita?

Una settimana dopo entrai a far parte di un gruppo musicale, avevo sempre avuto molta vergogna e non volevo mai che qualcuno mi ascoltasse mentre suonavo. Eppure, grazie a te, ho deciso di intraprendere questa strada ed è andato tutto bene.

Durante le vacanze estive avevo solo un pensiero fisso in mente, vivere e respirare la vita a pieni polmoni, farlo anche un po’ per te che stavi soffrendo così tanto.

Poi il tempo è volato sul serio fino a che non sei diventato un angelo.

Io non ti dimenticherò davvero, Pier, sei stato il fuoco che ha ravvivato le idee sopite dentro di me, tutte quelle mie iniziative che avevo messo da parte per paura di osare, di provare anche solo a seguire quello che il cuore mi diceva.

Ti ringrazio , Pier, per tutto quello che mi hai dato e insegnato anche se abbiamo parlato poco o ci siamo visti solo quelle volte che sei venuto a scuola. Nostro piccolo angelo, rimarrai sempre nei cuori di tutti noi perché ci hai insegnato veramente cosa significa vivere.

“Dio è per noi rifugio e forza,

aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra,

se crollano i monti nel fondo del mare.

Fremano, si gonfino le sue acque,

tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio,

la santa dimora dell’Altissimo.

Il Signore degli eserciti è con noi,

Nostro rifugio è il Dio di Giacobbe”

(Salmo 46,2-6.8)

 

9 L’eco del tuo sorriso

Federica Ressa

…Con lo zaino sulla spalla ed un berretto sul capo, ti ricordo così. E mentre cerco le parole giuste da scrivere, mi rendo conto che nessuna è in grado di descriverti. Non servono frasi fatte o parole complicate per esprimere ciò che eri e che continui ad essere. Te ne sei andato silenziosamente ma il messaggio che ci hai trasmesso, implicitamente, con i tuoi occhi, con i tuoi gesti, con le tue parole, ha avuto un’eco profonda fra di noi. Ciò che più è impresso in me è la tua risata: spontanea, contagiosa, solare, proprio come in fondo sei sempre stato.

 

 

10) Acqua limpida

Dove sei, Pierangelo?   Come stai?

Io, banalmente. “così e così“. Continuo il mio percorso umano tra una salita, una caduta ed una risalita.

Quando, senza bisaccia e senza biglietto di ritorno, sei andato via, mi sono sentita inutile, persino colpevole per averti più volte ricordato che “Tutto è possibile a Dio”. Mi sono sentita drammaticamente una nullità, per averti dato parole di speranza; parole che però pronunciavo non per farti coraggio ma perchè credevo per davvero a ciò che dicevo. Ho pregato e ho chiesto preghiere per te perché avevo fiducia nella forza della preghiera ricordando le parole evangeliche: “Chiedete e vi sarà dato” “Qualunque cosa chiederete a Dio nel mio nome ve la concederà” . E io l’ho fatto: ho chiesto. Ero la “bambina” fiduciosa che chiede con insistenza perché sa che la spunterà, perché è sicura che il padre alla fine cederà o per stanchezza o per amore.

La tua intelligenza e la tua forte capacità di impegno mi facevano presagire per te un grande avvenire. Diventerà un medico-scienziato, mi dicevo; l’esperienza della malattia vissuta sulla sua pelle lo impegnerà in modo totale da scoprire certamente il rimedio almeno a una delle   tante malattie che affiggono l‘umanità .

Oppure: scoprirà la grande misericordia di Dio e ne sarà testimone per tutta la sua vita indipendentemente dagli abiti che indosserà se quelli di un   laico o di un sacerdote.

Lo sai? Ero talmente sicura della tua guarigione che anche quando le cose precipitarono e i medici ti davano solo due giorni di vita, ricacciavo la paura. Ecco, mi dicevo, è cambiato il possibile scenario: Non una guarigione lenta e progressiva ma un intervento deciso, forte e visibile. Dio può tutto anche quando ogni cosa sembra precipitare, anche quando la scienza ha già dichiarato la sua sconfitta.

Non lo so se il mio sguardo, l’ultima volta che ci siamo visti e abbiamo pregato insieme, sia riuscito a trasmetterti questa mia certezza <<Dai, ce la farai>>. Erano le diciassette circa del 30 aprile. Ti salutai alzando il braccio, la mano stretta a pugno, gesto che voleva dire forza e potenza, vittoria. Non nostra ma di Dio.

E tu hai risposto <<Sì, sì>> e hai sorriso malgrado il respiro faticoso.

Mi sono poi sentita tradita, delusa, sconfitta.

Come poter ancora affermare “Dio può tutto?”,   “Chiedi e ti sarà dato?”

Chi era quel Dio di cui mi illudevo di   conoscere i pensieri e le decisioni?

Come ancora avere il coraggio di dare parole di conforto, di speranza a quella parte di umanità sconfitta e dolorante che incontriamo ogni giorno ?

Il vuoto lasciato da te, nel silenzio composto della stanza dove si accennava perfino a qualche sorriso, ma dove tu giacevi immobile nel biancore del tuo ultimo giaciglio, gridava forte, squarciava lo spazio e il tempo, martellava nella testa .

Ti sei lasciato guardare da sguardi inebetiti , sconfitti, increduli, doloranti, silenziosi.

Il cuore di ognuno, ridotto a brandelli.

Povera umanità dal momento che in ogni attimo, in innumerevoli parti del mondo, si perpetua lo strazio di vite strappate, recise, interrotte, incompiute, perdute in luoghi senza ritorno.

Forse è per questo che guardando ogni persona che incontravo la fissavo con occhi diversi da prima provandone pietà e infinito amore e mi dicevo <<Questo mio sguardo pieno di compassione, somiglia forse un po’ allo sguardo di Dio per ciascuno di noi?>>

“Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione”

(Osea 11, 8b)

Eppure, malgrado questo pensiero, resa vacillante dal dolore , mi sembrava di scivolare in luoghi sperduti: quelli della solitudine e della lontananza da Dio, quelli del buio senza la Speranza, continuamente trafitta non solo dalla tua perdita ma anche dal tangibile dolore dei tuoi genitori. Piangevo per te; mi struggevo per loro. vivevo tutto il dolore del mondo.

Il tuo silenzio intanto, pian piano, diventava sempre più solenne e tu iniziavi a parlare. Quasi subito, attraverso l’omelia del parroco che era stato accanto alla tua lenta e inesorabile salita verso la croce e la cui testimonianza apriva squarci di cielo. “Piccola scheggia di paradiso”, ha detto di te don Pino. Ci ha riferito di averti chiesto meravigliato, una volta , dopo aver parlato con te: “Ma dove le hai nascoste le ali, sotto il letto?” .

Scopriamo che l’accostamento all’Eucaristia, la partecipazione alla Santa Messa, durante le brevi tregue della malattia, sono stati un tuo bisogno e il tuo viatico. Ti hanno forgiato silenziosamente e, mentre il tuo corpo annaspava nel fluire inesorabile del male, la tua spiritualità cresceva, si rafforzava, rendendoti forte, tratteggiando la figura di un gigante tanto da essere stato tu stesso a sostenere i tuoi genitori. Hai più volte affermato di considerare la tua malattia “un dono”. Hai parlato di “Progetto divino” alludendo al tuo male. Le tue parole hanno bussato forte al cuore di tuo padre e di tua madre squarciando in loro orizzonti inesplorati di fede.

Ti nutrivi dei grandi della Chiesa fra cui Sant’Agostino e San Francesco.  Eri innamorato della sequenza allo Spirito Santo che recitavi ogni giorno.

Gesù era tuo amico. Fidandoti di te, tua madre ti ha affidato e Lui e da Lui ti sei lasciato prendere per mano; l’ultimo respiro umano ha lasciato il posto al primo respiro divino e tu continuavi a vivere in spazi più ampi dove non c’è dolore e non c’è più morte.

Il tramonto terreno , per te, si è tramutato in nuova “alba senza tramonto”.

La nostra fragile umanità si chiede ancora <<Dove sei Pierangelo? >>

E il vuoto lasciato da te è ancora immenso .

Ma stiamo imparando a vederti anche se non sono i nostri occhi a guardarti, stiamo imparando a sentirti anche se non sono le nostre orecchie ad ascoltare la tua voce.

C’è ancora silenzio Ma il tuo, è un silenzio che parla; è una presenza che si dilata, occupa spazio, inonda di luce come l’alba, un giorno sereno; scivola lenta e quieta come acqua benefica che salita in alto, dall’alto ritorna a bagnare la terra gravida di semi.

Molti semi sono nel cuore di tutti coloro che ti hanno conosciuto; semi lasciati a dimora da quel Qualcuno che ci ama “da morire”.

E Tu, Pierangelo, sei l’acqua limpida che fa germogliare quei semi.

Il tuo silenzio si fa voce quando sussurri al cuore di ognuno: Credi, spera, ama;

e ci doni la certezza che il Dio di Gesù Cristo

non ci abbandona mai,

è al nostro fianco quale compagno di viaggio

e veglia sui nostri sogni.

ADA

 

11) Ricordi del suo catechista

Sono stato per due anni il suo catechista per la preparazione al Sacramento della Cresima. Pierangelo lo conoscevo già da prima; infatti le nostre famiglie sono unite da lungo tempo da profonda amicizia.

Il gruppo che mi venne affidato quell’anno era formato da 21 elementi, tutta una sezione di prima media. Mi giunsero poco più che bimbi, soprattutto i maschietti. Come al solito alcuni un po’ rumorosi, a volte svogliati, alcuni più vivaci e incontenibili. Le femminucce no, loro sembravano già più grandi e alcune lo erano per davvero e facevano di tutto per dimostrarlo.

E Pierangelo? Lui era diverso dagli altri, già più adulto, serio e responsabile. Ho ritrovato gli elenchi delle presenze di quei due anni. Nel primo anno si assentò solo due volte; il 1° dicembre e il 6 aprile; nel secondo anno fu sempre presente. Come ci riuscisse, a me che preparo i ragazzi al Sacramento da già molti anni, mi sembrava un mistero.

Ma un mistero non era per lui. Pierangelo sembrava aspettare quell’appuntamento della domenica mattina con gioia, spesso arrivava perfino in anticipo. Ascoltava in silenzio, lo si vedeva assorto, tutto preso da un’attenzione speciale e quando, nel corso dell’incontro o in altre occasioni, rivolgevo a tutti delle domande per verificare il percorso di apprendimento, lui aveva la capacità di riferire e sintetizzare quanto ascoltato, senza esagerazioni o confusioni mentali dimostrando di aver appreso molto bene quanto ascoltato . Aveva un comportamento maturo e rispettoso che lo contraddistingueva da tutti i ragazzi bravi ed attenti che ho avuto nel corso degli anni di preparazione. Se le domande non erano esplicitamente rivolte a lui, pur conoscendone le risposte, rimaneva in silenzio, in attesa che fossero gli altri ad esprimersi per primi. E, solo dopo che i più pronti e coraggiosi avevano saputo o voluto rispondere, prendeva la parola, magari aggiungendo anche qualcosa di nuovo, ma perfettamente in linea con l’argomento. Il suo atteggiamento, mai orgoglioso per quanto da lui riferito ma , al contrario, sempre modesto e riservato.

Lui non lo sapeva, ma mi costringeva spesso ad un maggiore lavoro. Prima degli incontri, abitualmente mi preparavo e mi preparo ancora, cercando di offrire sempre il meglio perché occorre dare risposte sicure, credibili, vere . Con lui il mio studio doveva farsi ancora più approfondito in quanto ero certo che mi avrebbe rivolto domande “profonde” su qualsiasi argomento e con Pierangelo non si potevano dare risposte sommarie, affrettate ma risposte quanto più possibile complete ed esaustive.

Anni dopo, al termine di una processione per le vie del paese, il discorso scivolò sulle riforme dei secoli XV e XVI in seno alla Chiesa di Roma, sulle indulgenze e sul Sacramento della Penitenza. Ricordo ancora ciò che ci dicemmo e quanto, in quell’occasione, il vero catechista sia stato proprio lui. Di fronte ad un mio iniziale silenzio , mi incalzava; voleva da me avere risposte coerenti e mature, come maturo era già lui, non le cercava più a livello scolastico, ma di fede. Cercavo di dare una spiegazione al comportamento che indusse Martin Lutero, Calvino ed altri dissidenti ad operare riforme e scissioni dalla Chiesa di Roma. Mentre mi chiedevo fino a che punto mi sarei potuto spingere, mi decisi per una risposta   cauta che per lui non fu soddisfacente e, tagliando corto, espresse con chiarezza e forza il suo pensiero.

“La Confessione, se fatta bene, è il momento più delicato e niente affatto frustrante che c’è nel rapporto fra gli uomini e Dio” – mi disse lui – “Dio non ha bisogno della Confessione per giudicarti e se pure in tempi passati ci sono stati vergognosi esempi di indulgenze date dietro compenso, suo desiderio è solo quello di non perdere nessun peccatore”. Le ho virgolettate perché queste furono le sue parole ed aveva 15 anni quando espresse questo concetto.

 

“ E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”

( Luca 2, 52)

 

Dopo che i ragazzi hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione, è notorio, spariscono Non si fanno più vedere in chiesa, abbandonano ogni pratica religiosa, credendo che il loro impegno si sia esaurito con il conferimento da parte del Vescovo del Sacramento stesso. Lui No. Pierangelo continuò anche in seguito a frequentare, compatibilmente con i problemi legati alla malattia. Lo faceva con fervore e devozione; lo faceva perché lo sentiva profondamente. Pur se colpito dal male continuò a pregare e ad accostarsi alla Comunione, non per ingraziarsi (non si sa mai) lo Spirito Santo, ma perché era sicuro che un Padre misericordioso viene sempre a soccorrere i suoi figli.

Di lui, oltre alla consapevolezza di aver conosciuto un ragazzo davvero eccezionale, conservo il Vangelo che donò a me e a mia moglie dopo aver ricevuto il sacramento della Comunione. C’è scritto: “Perché tu possa ricordarmi con grande gioia. Ti voglio Bene. Pierangelo”.

Una frase scritta di suo pugno non solo sulla pagina del libro ma soprattutto nel mio cuore.

Ora anche tu sai , Pierangelo, quanto bene ti abbia voluto anch‘io.

 

Martino

 

“In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”

( Giovanni 12,24)

 

 

Poesie

 

LA COMMEDIA   DIVINA

Ricordati:

Tutte le volte che sentirai la disperazione dell’anima

e continuerai a sorridere

e a parlare agli altri di speranza;

tutte le volte che sentirai la morte dell’anima

e continuerai a sorridere e a parlare agli altri di vita;

tutte le volte che sentirai il peccato dell’anima

e continuerai a sorridere e a parlare agli altri

di amore e ad amare concretamente;

tutte le volte che avrai l’anima piombata nel buio

più assoluto

e continuerai a sorridere e a parlare agli altri di luce,

ti sembrerà di fare una commedia,

di non essere nella verità.

Ricordati:

quella è la Commedia Divina,

è la logica del dono autentico!

E’ essere con Gesù sulla Croce. Amen

(Chiara Lubich)

 

Dio solo può dare la fede,

ma tu puoi offrire la tua testimonianza.

Dio solo può dare la speranza,

ma tu puoi dare fiducia ai tuoi fratelli.

Dio solo può dare l’amore,

ma tu puoi insegnare agli altri ad amare.

Dio solo può dare la pace,

ma tu puoi creare l’unione.

Dio solo può dare la forza,

ma tu puoi sostenere uno scoraggiato.

Dio solo è la via,

ma tu puoi indicarla agli altri.

Dio solo è la luce,

ma tu puoi farla brillare agli occhi di tutti

Dio solo è la vita,

ma tu puoi dare agli altri il gusto di vivere.

Dio solo può fare l’impossibile,

ma tu puoi fare il possibile.

Dio solo basta a se stesso,

ma preferisce contare su di te…

 

Sommo e glorioso Dio

 

illumina le tenebre del cuore mio.

 

Dona fede retta, speranza certa, carità perfetta

 

senno e conoscenza, Signore,

 

affinché adempia il tuo santo e verace comandamento.

 

(San Francesco)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sotto la tua protezione

 

cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio:

 

Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,

 

e liberaci da ogni pericolo

 

o Vergine gloriosa e benedetta.

 

(San Bernardo)