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29 Aprile 2019
Zia Antonella
29 Aprile 2019

Clarissa

…Ricordo come se fosse ieri quel giorno…Io e Pier a casa sua, lui che cercava in tutti i modi di farmi tradurre al meglio, “almeno per prendere un cinque” mi diceva, le versioni di greco e latino…Quel giorno d’estate tra il IV e il V ginnasio noi eravamo dietro quei vocabolari a studiare e gli dissi:

“ Ma com’è possibile che dimentico subito il significato delle parole?! Non entrano in testa!”

E lui: “ Semplicemente perché non presti abbastanza attenzione a ciò che stai facendo! E poi prova ad usare le penne per tenere il segno!”

Se ora riesco a tradurre qualcosa è solo merito suo!!!

Sinceramente ho sempre pensato che ciò che stava passando fosse una cosa passeggera, perché l’ho sempre visto “bene”. Infatti uno dei pregi che Pier aveva era proprio quello di non mostrare mai agli altri la propria sofferenza.

E’ sempre stato simpatico e divertente con me, come con i suoi amici e i suoi familiari.

Era serio quando si doveva essere seri e rideva e scherzava quando si poteva scherzare…Per non parlare dei suoi discorsi particolarmente difficili ma che ascoltavo volentieri.

Aveva un linguaggio inusuale, era fantastico sentire alcune parole di uso non comune uscire dalla sua bocca. Si poteva sempre imparare qualcosa da lui…

Qualche sera prima che Pier volasse via notai che c’era qualcosa che turbava mio padre ma non capivo bene cosa…Non l’avevo mai visto così soprappensiero, e lo osservavo in silenzio, senza farmene accorgere; ma continuavo a non capire. In quella settimana ricordo che avevo molte interrogazioni da fare, e le feci tranquillamente, ignare di tutto…

Poi quella mattina ogni dubbio si dileguò…erano le sette del primo mattino del mese di maggio…All’inizio non capivo la causa, o meglio, la ragione per cui quelle lacrime così grosse e calde rigassero, una dopo l’altra, il viso dei miei genitori.. “Perché?” chiedevo “Cos’è successo? Chi sta male?” E nel frattempo anche i miei occhi e il mio cuore piangevano per una sofferenza che non riuscivo ancora a comprendere, ma che comunque aveva rattristato mia madre e mio padre….In seguito sono bastate le parole dette da mio padre “Pierangelo è ormai un angelo” affinché tutto, ogni cosa che mi circondava, perdesse senso…Non poteva essere possibile una cosa del genere e non volevo farmene una ragione “Non può neanche essere improbabile questa cosa: semplicemente è impossibile! Il mondo non può privarsi di una bellezza e di un fenomeno simile! E’ un masochista se la pensa in questo modo!” Pensai…eppure quel piccolo-grande uomo di quasi diciotto anni non l’avrei più visto, perché il Signore l’ha accolto in casa sua; ma di una cosa tuttora sono certa: sarà comunque al mio fianco in ogni circostanza, per aiutarmi a prendere le scelte più giuste!

Io al suo ultimo saluto non c’ero, e non perché non volessi salutarlo per l’ultima volta ma perché ho voluto ricordarlo come l’ultima volta che l’ho visto: con un gran sorriso…e ho preferito mantenere integra quell’immagine che so mi accompagnerà sempre…

Quando alcuni dei suoi compagni di classe hanno saputo che ero sua cugina mi hanno detto, cercando di nascondere il più possibile il loro entusiasmo: “Noo!? Ma davvero?! Devi esserne fiera, è una persona speciale!” E io naturalmente lo sono…

Vorrei fare io tutto quello che desiderava ma non ha potuto fare..Sto cercando di impegnarmi il più possibile per rincorrere i miei ma soprattutto i suoi sogni…

E’ inutile dire altro…

Pier è stato e sarà sempre un grande!

Un bacione

Tua cugina Clarissa…

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