Prof. Sangirardi
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SANTI DELLA PORTA ACCANTO
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Preside Anzoino

Abbiamo accompagnato Pierangelo per quasi quattro anni e in genere, in una vita, i quattro o cinque anni del liceo sono fondamentali. Rimangono fondamentali anche dopo, per il futuro.

Io ricordo quell’episodio. E ricordo anche la discrezione del padre con cui presentò il problema del figliolo. Io penso che, non io, il nostro liceo, non voglio dire sia venuto incontro alle esigenze, come si dice banalmente ma abbia accolto questo studente con…come una prova.

I miei professori, diciamo, quasi immediatamente scoprirono le grandi qualità di studente di Pierangelo, anche se Pierangelo, purtroppo, poteva frequentare molto saltuariamente le lezioni.

Però, sicuramente era uno studente che a scuola non poteva venire con la necessaria frequenza, ma sicuramente studiava più dei suoi compagni che venivano ogni giorno.

E quando si facevano le cosiddette verifiche scritte e orali era sicuramente, se non il migliore, uno dei migliori della classe.

Il migliore mi dice la professoressa. E questo per me era….per il liceo significò una prova della sua capacità di accompagnare un ragazzo così bravo e così interessato soprattutto. Un ragazzo che, praticamente,studiava da solo, e il liceo classico, indubbiamente, non è proprio una scuoletta, voglio dire, con tutto il rispetto per le altre scuole. Bisogna avere una….un’intelligenza e soprattutto, e anche una volontà, una determinazione per arrivare ai livelli a cui Pierangelo arrivava.

Quest’ anno Pierangelo avrebbe fatto gli esami di Stato e avrebbe concluso il liceo.

Io ho pensato, proprio un’ora fa, quando eravamo in chiesa a sentire la messa a quello che avrei potuto pensare io nella, anche io sono padre, solo padre, sono nonno…..nella situazione dell’architetto Capuzzimati.

Io, come tanti, di fronte a una tragedia,…anche se, purtroppo, è una tragedia annunciata.

Io arrivato al massimo, credo del dolore…della disperazione a cui un padre può arrivare mi sarei posto una domanda terribile, semplicissima ma terribile: Perché?

Io non so se il signor Capuzzimati si sia posto questa domanda, che è una domanda terribile, spontanea però: Perché?

A questa domanda risposte non ce ne sono.

Probabilmente la scienza può darci una risposta.

Ci dice perché la situazione ecc…ecc..ecc….

Ma è una risposta sicuramente parziale, cioè che risponde a una parte di quel Perché; non a tutti i perché.

A questa domanda c’è… ad un’altra parte di questa domanda la risposta la può dare la fede, la religione.

A questa parte di domanda, forse, una risposta l’aveva già data prima lo stesso Pierangelo, a sentire quello che diceva il parroco e quello che stanno dicendo un po’ tutti, continuiamo a dire; per cui la famiglia così ferocemente toccata nell’affetto più grande, che è un figlio, avrebbe potuto reagire con la cristiana rassegnazione, ci sono tanti esempi di accettazione della volontà di Dio, così si dice, ma è…si può servire anche questo, ma la rassegnazione è un po’.., come si dice, un po’ sterile, non dà frutti. Per questo, proprio perché ci siano frutti di questo grande dolore, la famiglia Capuzzimati ha pensato all’impegno, agli altri. Io ho perso un figlio..ma ci sono gli altri. E questo è nobilissimo, è grandissimo questo atteggiamento della mente, dell’animo, del cuore e della memoria.

Non c’è più Pierangelo, ma ci sono gli altri, ci sono i ragazzi, le ragazze, i piccoli, tanti che soffrono.

Bene, nella messa ad un certo punto si dice: fate questo in memoria di me.

Bene, è questo l’impegno. In memoria di Pierangelo noi, i genitori, penso la città, gli amici, i conoscenti faremo questo e sicuramente in questo atteggiamento, il dolore non scompare, perché non può scomparire, perché la memoria del dolore è fortissima, ma sicuramente si mobilita, anche la sofferenza…la sofferenza dei genitori, della famiglia, degli amici.

Questa è una giornata importante perché abbiamo ricordato questo splendido ragazzo e…io me lo ricordo, lo incontravo qualche volta.

Qualche volta veniva in presidenza a trovarmi. Sicuramente il padre…col padre ci siamo incontrati parecchie volte, con i professori, sicuramente, ancora di più con i compagni di scuola, sicuramente ancora di più.

E tutte le volte parlavamo di questo splendido, straordinario ragazzo e di questa straordinaria esperienza che facevano anche i professori.

Oggi in memoria di Pierangelo si costituisce questo impegno che è di solidarietà, di civiltà, di fratellanza, di amore, di tutto…cioè di tutti quei valori che, ancor che ragazzo, come ha detto il parroco, erano presenti nell’animo, nella mente, nel cuore di Pierangelo molto di più che nell’animo, nella mente e nel cuore di tanti adulti, di tanti grandi che girano per le strade del mondo.

Quindi noi dobbiamo, se non è banale, proprio in questa occasione ringraziare Pierangelo per l’esempio che ha dato a tutti noi, molto più grandi di lui, e un ringraziamento alla famiglia che ha saputo reagire in questa maniera così nobile e così forte a una…alla tragedia che li ha colpiti.

Grazie per quello che avete fatto e per quello che farete.

Grazie.

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