Dott. Mazza
15 Aprile 2019
Preside Anzoino
15 Aprile 2019

Prof. Sangirardi

Come diceva prima il dott. Mazza, anche io non sono abituata a parlare leggendo un … “copione”.

Del resto, quando Giusy mi ha invitata a questa bellissima manifestazione e mi ha chiesto di parlare di Pierangelo, ad essere sincera, ho pensato di buttare giù qualcosa, ma poi sono arrivata alla conclusione che la cosa migliore sarebbe stata dire sul momento quello che mi fosse venuto in mente… anzi nel cuore. E così farò.

Quando nell’autunno del 2004, per la precisione a settembre del 2004, il primo giorno di scuola mi avvicinai all’aula che avrebbe ospitato la quarta ginnasiale di quell’anno, tra una marea di ragazzini c’era una persona un po’ troppo grande per essere un mio nuovo alunno: era Angelo, venuto proprio per dirmi che suo figlio Pierangelo non avrebbe potuto iniziare l’anno scolastico come tutti gli altri, ma sarebbe arrivato in ritardo per i motivi di salute che conosciamo.

Perciò Pierangelo è stato per tutti noi, nei primi mesi di scuola, soltanto un nome sul registro di classe. Ovviamente sono iniziate le domande: “ Chi è questo ragazzo?” “Ma perché non viene a scuola?”, dettate dalla legittima curiosità dei compagni. Pian piano, col passar del tempo, la situazione è stata chiara un po’ a tutti.

Quando poi, nell’autunno inoltrato, una mattina Pierangelo si è affacciato alla porta di quell’aula siamo rimasti tutti senza parole. E vi spiego perché.

Eravamo tutti in attesa di un ragazzino fragile, provato fisicamente e psicologicamente insicuro.

E invece davanti a noi si è presentato un ragazzino… sicuramente ancora piccolo, ma con una incredibile forza nello sguardo, con una precisa determinazione ad entrare immediatamente nel personaggio dell’alunno: sì, perché lui si sentiva fortemente alunno del liceo Archita, nonostante non avesse potuto iniziare l’anno scolastico insieme ai compagni.

La sua forza, la sua dignità e la serenità con cui ha affrontato un anno scolastico avviato, guardate, è molto difficile manifestarle così chiaramente, se pensiamo che si tratta di un bambino; mi permetto di dire bambino perché lo erano tutti loro, tutti quei giovani che vedete seduti lì dietro, in fondo, tutti insieme qui, stasera per Pierangelo… come risultava davvero difficile per quei bambini che venivano dalla scuola media, accogliere un compagno dopo più di un mese e dopo aver faticato già tra loro ad amalgamarsi, anzi a conoscersi, perché per amalgamarsi era un po’ troppo presto,.

Per cui l’entrata di Pierangelo quella mattina ci sconvolse, perché non avevamo davanti a noi quello che ci aspettavamo. Avevamo un piccolo adulto, sereno, forte, con una grandissima voglia di fare, di impegnarsi, determinato. E fu subito feeling, totale. Tra me e lui. Tra lui e la classe.

Riuscì a farsi amare immediatamente da tutti. Probabilmente lo amavamo già prima che arrivasse. Però era tutt’altra cosa averlo lì davanti, potergli finalmente parlare e, soprattutto, poterlo finalmente ascoltare. Perché era un piacere ascoltarlo.

Entrò in punta di piedi in quella classe, ma soprattutto, penso, sia entrato in punta di piedi nella vita di tutti noi. Di noi insegnanti, dei suoi compagni. E il bello è che ci è rimasto e ci rimarrà sempre, perché anche i periodi, i lunghi periodi purtroppo, di assenza da scuola erano pieni di lui, perché di lui si parlava, con lui si discuteva. I compagni via internet, telefono ecc…. e io devo dire che ho avuto la fortuna di stabilire con lui un rapporto davvero privilegiato, perché quando non veniva a scuola, molto spesso ci facevamo delle lunghe chiacchierate telefoniche.

Non erano chiacchierate su cose banali, o meglio non solo; si parlava di tutto: da quello che era , come diceva lui, l’ultimo gossip della classe a Schopenhauer, a Raffaello, a Manzoni, alla politica; quella poi… aveva le sue idee e esprimeva giudizi sempre molto, molto sostanziosi sulla politica attuale!

Quindi ci facevamo queste lunghe chiacchierate, nelle quali poi, magari, si parlava anche dei libri che leggeva, anzi, divorava. Scherzavamo anche sul fatto che a volte mi faceva rabbia perché io gli dicevo che stavo leggendo un libro e lui ne leggeva tre o quattro alla volta! Una capacità incredibile!

E, dicevo, questo dialogo non si è mai interrotto. Abbiamo continuato a sentirci in questi anni, anche quando è arrivato al triennio e non è stato più mio alunno e devo dire che mi ha sempre regalato momenti veramente intensi.

Una cosa importante che mi preme sottolineare, anche se l’hanno già fatto altri, è che Pierangelo non ha mai perso la fiducia nella vita, negli altri, con una generosità incredibile, anche con chi, a volte, mostrava nei suoi confronti indifferenza, cosa che mi faceva davvero indignare. Inoltre questa sua fiducia lo portava a giustificare errori, intemperanze di chi aveva la sua stessa età e magari non riusciva a capire quello che lui…quale era il messaggio che lui voleva far arrivare a noi.

Vorrei ora leggervi pochissime righe che ho tratto da uno dei temi che Pierangelo ha svolto quando frequentava il 5° ginnasio, tema che io conservo gelosamente e che è un po’ il senso della sua vita.

“Il genere umano diffuso su tutta la terra ha sviluppato in particolari condizioni di necessità aspetti fisici e sociali spesso completamente differenti tra loro. Questo mosaico o arcobaleno di culture, questi colori presi singolarmente dalla tavolozza appaiono poveri e svuotati della loro lucentezza. Se invece sono uniti e accostati sulla tela collaborano pienamente ad esaltarsi a vicenda, in un’armonia di sfumature che fa comprendere la bellezza, la purezza e la ricchezza che il genere umano potrebbe raggiungere.

Nel grande equilibrio cosmico, lontano da questa terra, esiste un mondo in cui amore, fratellanza, altruismo, bontà rappresentano davvero i fini ultimi e concreti di ogni vivente, dove tutti i colori esistenti, uniti nell’uguaglianza e nel rispetto reciproco, convivono pacificamente sulla grande tela della storia”.

Se considerate che a scrivere queste cose è stato un ragazzino di quindici anni, credo che sia chiaro il motivo per cui, per me, è stato davvero un onore e un privilegio aver conosciuto Pierangelo, averlo avuto come alunno e, posso dire, come giovane, giovanissimo vecchio amico.

Grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *